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Immagine del redattoreValerio Imondi

L' arte del rimandare

Aggiornamento: 16 apr 2019

Procrastinare è come utilizzare una carta di credito: ci si diverte molto fino a quando non arriva il conto.

C. Parker


Chi sono e cosa voglio dalla vita?

La psicologia del rimandare contempla aspetti che riguardano carattere e personalità, nulla a che fare con la pigrizia che, contrariamente a ciò che si pensa, non è il vero motivo della procrastinazione.

Questo tipo di comportamento spinge a ritardare, in maniera volontaria, un’azione nonostante prevedibili conseguenze negative, sostituendo attività prioritarie e importanti con attività piacevoli o compiti meno rilevanti o urgenti.

La procrastinazione è un fenomeno psicologico che chiama in causa un insieme di specifiche emozioni e sentimenti legati alle proprie capacità, al valore personale e quindi alla propria autostima e resilienza. Una persona che ha la tendenza a rimandare in realtà si difende attraverso un meccanismo di evitamento che gli permette di non entrare in contatto con le proprie “emozioni scomode”, con le paure, con il senso di inadeguatezza, le insicurezze.


Legate alle cause primarie della procrastinazione troviamo anche alcune caratteristiche cognitive ed emotive:


- Paura di fallire: la paura può essere talmente invasiva da bloccare qualsiasi tipo di azione e scelta sulla convinzione irrazionale che si otterrà sicuramente un fallimento.


- Paura del successo: in questo caso si sperimenta un forte senso di inadeguatezza e si pensa, infatti, di non meritare successi e riconoscimenti. Per questo motivo si vive accompagnati da ansia e stress.


- Perfezionismo: la persona si sente insicura e incapace di fronteggiare una situazione o un compito; l’idea irrazionale dietro questo comportamento è che “non vale la pena se non riesco a farlo in maniera perfetta”.


- Rabbia e ribellione: si può sviluppare l’emozione della rabbia in seguito a pressioni del contesto familiare e/o sociale che magari non corrispondono ai bisogni della persona.

La ribellione è il segno manifesto di questa rabbia che porta la persona a rinviare a lungo.


Rimandare assiduamente ci porta ad ottenere due effetti negativi e cioè vivere costantemente nel futuro e attuare una serie di azioni superflue. Questo porta la persona a concentrarsi su dettagli futili che la fanno "girare attorno" all'attività che sta rimandando e non consentono di essere centrati sul tempo presente, che diventa invece tempo di noia e di frustrazione.


Per questo è importante sperimentare e approfondire le motivazioni che ci hanno portato a questo comportamento, capire come affrontare e gestire le nostre paure al fine di sciogliere tutte quelle difficoltà che non ci permettono di andare avanti con la nostra vita, promuovendo così un modo di essere autentico e libero.




Dott.ssa Floriana Di Pietro - Psicologa Clinica


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